La primavera è un bella stagione per visitare la California e girarla in macchina. Esplodono i fiori e i colori di una terra suggestiva e per lunghi tratti ancora incontaminata, nonostante sia lo stato più popoloso degli Stati Uniti d’America con quasi 40 milioni di abitanti. Il tempo però è sempre un’incognita e qui ci si rende conto di cosa significhi avere a che fare col cambiamento climatico. Per cui, consiglio numero uno per chi vuole viaggiare su e giù per la California: vestirsi a strati, sempre. Portarsi dalla cuffia al cappellino, dalle infradito alla giacca. E poi affittare una macchina e farsi incuriosire da un passato non troppo lontano, cancellato e ricostruito terremoto dopo terremoto, in un luogo che ha sempre dettato tendenze e da cui si osserva il futuro.
1° tappa: San Francisco, Monterey, Carmel-by-the-sea
Ci si impiegano due ore di macchina per arrivare a Monterey, la prima capitale dello stato della California. Vi soggiornò lo scrittore Robert Louis Stevenson, che qui iniziò a scrivere L’isola del tesoro.
Molto suggestiva la strada panoramica, privata e percorribile al costo di 11 dollari, chiamata 17-mile Drive, che unisce Pacific Grove alla stupenda Carmel-by-the-sea, percorrendo campi da golf, spiagge con sabbia bianca e iconiche ville dell’esclusivo club di Pebble Beach, che ha come simbolo il Lone Cypress, il cipresso più fotografato al mondo. Vero e proprio rifugio bohémien, Carmel è stata la casa di George Sterling, Jack London, Mary Austin.
2° round: Big Sur, Elephant Seal Point, Santa Barbara
Lasciata la splendida penisola di Monterey e Carmel-by-the-sea (quest’ultima aveva eletto Clint Eastwood come sindaco nel 1986), ci si impiegano 45 minuti per raggiungere il famoso Big Sur, un territorio che si snoda lungo 145 km di scogliere e mare, habitat di elefanti marini, balene e flora di ogni tipo. Impressionante fermarsi all’Elephant Seal Point, dove una marea di elefanti marini si spiaggia lungo la costa, e non sono proprio silenziosi né profumati..
Tantissime le cose da vedere, per esempio l’Hearst Castle, San Simeon e la cittadina di San Luis Obispo, per cui è consigliabile stare almeno due giorni a zonzo da queste parti. Noi abbiamo tirato dritto fino a Santa Barbara, piacevole cittadina sul mare, con le sue palme ed edifici in stile neocoloniale spagnolo, piena di locali e bar. La foto di copertina di questo pezzo l’ho scattata all’ora del tramonto da qui. E pensare che fu distrutta da un terremoto nel 1925.
3° tappa: Malibu, Santa Monica, Venice Beach
Da Santa Barbara a Malibu ci si mette, sempre in macchina, poco meno di un’ora e mezza. Guidare è estremamente piacevole, poi c’è sempre tempo per fare soste e rifocillarsi. Il cibo non manca mai e anche agli americani piace sedersi a tavola. Una grande attrattiva di questa parte della California sono le spiagge. A Malibù è stata ambientata la famosa serie di Baywatch, ma è forse Venice Beach l’attrazione che cattura più l’attenzione, soprattutto dal punto di vista antropologico…
La spiaggia chilometrica, il Pier, le palme, i negozietti e gli artisti di strada, gli sportivi che si allenano, lo skatepark, i campetti da basket e tante persone che si ritrovano per ballare sui pattini, fumare qualsiasi cosa, passeggiare, divertirsi, esprimersi da soli, sfoggiando sempre un’identità marcata e diversa da quella di chiunque, accesa come la luce della California. Splendente, tra luci e ombre. Resta tutto, dalla sopresa al disagio, dall’incredulità alle risate, fino alla tristezza di vedere giovani bellissimi ridursi in brandelli.
Ultima tappa del viaggio in macchina: la città degli angeli
Los Angeles ha 4 milioni di abitanti, la sua contea 10 milioni. Impossibile quindi che basti un giorno per visitarla tutta, e nella maggior parte dei casi si gira in macchina.
Da non perdere:
- Griffith Observatory, la vista più bella e un museo gratuito sulla storia dell’astronomia.
- Hollywood e Beverly Hills, per sognare un po’ dietro i finestrini delle nostre macchine a noleggio.
- Downtown, questa sì visitabile a piedi, districandosi tra il tempio del basket (oggi Crypto.com Arena, ieri Staples Center), The Broad, Walt Disney Concert Hall, Blue Ribbon Garden. Con pranzetto al Grand Central Market.
- Universal Studio.
- The Getty.
Gli ultimi due li conservo per la prossima volta che visiterò Los Angeles, insieme a tanti altri luoghi. Anche questa volta, mi porto dietro un viaggio in macchina lungo ma che non mi ha pesato. Non sono una persona che va in vacanza per rilassarsi ma per esplorare il più possibile. Le soste nelle spiagge californiane mi hanno dato pace. Il mare, da buon isolana, mi sprigiona sempre energia positiva e mi ricorda da dove vengo e a cosa appartengo. Eppure stavolta, il panorama che mi ha impressionato di più è stato vedere la città di Los Angeles illuminata di notte. È stato come tornare a riposizionarsi nel mondo. Un silenzioso esercizio di umiltà davanti alla devastante enormità di secoli di costruzioni e ricostruzioni.
Pingback: Vivere a San Francisco - Laura Fois