Non solo spiagge, surfisti e caldo afoso, la California è una nazione immensa con un clima mutevole e imprevedibile.
Nel mio primo road trip californiano mai mi sarei aspettata di trovarmi nel bel mezzo di una tempesta di neve.
Vi siete mai persi?
Avete provato almeno una volta la sensazione di trovarvi nel posto sbagliato al momento sbagliato? Potrei raccontarvene qualcuna, come quella volta che a Tomar, in Portogallo, ci hanno rinchiuso dentro un castello… oppure iniziare i miei racconti californiani proprio dal primo road trip, che non è andato esattamente come l’avevamo pianificato…
Il 1° giorno? Liscio come l’olio: l’incantevole Yosemite park e la cena in un classico diner americano.
Tips (ma più che altro reminder per me): chiedere l’acqua senza ghiaccio, e l’hamburger senza cetrioli.
Dal 2° giorno qualcosa inizia a scricchiolare: il tempo si incupisce, le strade più belle dentro il Sequoia park sono chiuse, quindi ci rimettiamo in macchina. Sequoie e tra gli alberi più antichi del mondo li rimandiamo al prossimo viaggio.
In un paio d’ore passiamo dal grigio all’arcobaleno al bianco neve. Quando l’auto inizia a slittare, nel mezzo di una tempesta di neve che ci sorprende su una collina con stradine a curve, ci fermiamo. Iniziamo a vagare ma il destino vuole che di lì a poco troviamo il Jameson ranch camp, che ci diranno poi essere l’ultimo luogo abitato prima di addentrarsi negli impervi boschi.
Queste foto raccontano un epilogo inaspettato: due notti e tre giorni di montagne russe di sentimenti e divertimenti, ospiti della famiglia Jamison che gestisce un campo estivo per bambini e famiglie immerso nella natura.
In un colpo solo abbiamo avuto scambi con: un sergente dell’esercito USA, un’insegnante esperta in genocidi, una cuoca, una coppia con cinque figli adottati, una famiglia indiana.
Una mattina ci siamo trovati davanti alla tv, tra un pancake e un altro, a sentire il presidente Biden all’indomani dell’invasione russa in Ucraina.
I motivi per cui ricorderò il mio primo road trip in California, a vita, sono tanti:
1. “It’s faith”, ci ha detto Mia, la chef. Talvolta le cose accadono perché devono accadere. C’è chi lo chiama fede, destino, o semplicemente ci sono situazioni in cui bisogna avere la fiducia e la scioglievolezza di Lindor nell’affrontare qualsiasi situazione con positività, pro-attività ed energia. Lasciandosi andare, pronti ad accogliere anche la negatività del momento in cui non sai che diamine fare nel mezzo di una bufera di neve!
2. Stupirsi sempre, ringraziare ogni giorno, non dare mai niente per scontato, be kind. In California sembra anche troppo esagerato che la gente ti ringrazi sempre e per così poco, e la quantità di homeless per strada ti ricorda in ogni momento che puoi trovarti sulla strada solo per essere stato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ma sopratutto, la famiglia che ho incontrato per caso (e per fortuna) mi è sembrata una miniatura degli USA di oggi: una nazione che resta la più potente del mondo ma che non nasconde più la sua umanità, la sua fragilità e riconoscenza nei confronti di un mondo ancora più vasto e sempre più complesso, che ha contribuito a costruire, e a distruggere.
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